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La Valigia delle Indie

 

Dopo l’apertura del Canale di Suez (i lavori di scavo erano iniziati nel 1859 e termineranno nel 1869), il Governo Savoia trasferì alcune funzioni portuali da Brindisi a Trieste.

 

 

La Valigia delle Indie (in inglese: Indian Mail) è il nome italiano del famoso treno postale e viaggiatori che da Modane (Francia) a Brindisi attraversava la penisola italiana trasportando viaggiatori e corrispondenza da Londra a Bombay (via Egitto) nel periodo 1870 - 1914.

Grazie alla volontà dell'ex ufficiale della Royal Navy Thomas Fletcher Waghorn, che dimostrò il notevole risparmio di tempo per raggiungere, da Londra, i Dominions indiani passando attraverso l'Egitto anziché il periplo navale dell'Africa, il viaggio che prima durava oltre 100 giorni venne ridotto di quasi la metà del tempo.

 

Con l'unità d'Italia venne proposto alla Gran Bretagna l'utilizzo del percorso italiano, che inizialmente prevedeva il passaggio navale da Ancona a Brindisi e quindi Alessandria d'Egitto (era il 1862).

Con l'avvio dei lavori per lo scavo del canale di Suez si pensò all'utilizzo del porto di Brindisi, ritenuto interessante per la sua posizione geografica, per l'imbarco della Valigia delle Indie. Infatti trovandosi alla fine della Penisola italiana consentiva di effettuare in treno prima dell'imbarco un percorso più lungo rispetto a qualsiasi altra soluzione, cosa che ovviamente diminuiva i tempi totali rispetto a percorsi con tratte via mar più lunghe. Nella città pugliese furono avviati una serie di lavori per migliorare la viabilità interna, la creazione di alberghi e di strutture portuali.

 

Il primo viaggio ufficiale della Valigia delle Indie avvenne il 25 ottobre del 1870: era il primo piroscafo della società inglese Peninsular and Oriental Steam Navigation Company ("P&O") a partire dal porto di Brindisi per Alessandria, da dove la ferrovia portava passeggeri e merci sino a Suez e qui venivano imbarcati su un'altra nave diretta in India. Il convoglio che partiva da Londra giungeva a Brindisi in 44 ore e a Bombay in 22 giorni, contro i 25 giorni necessari con la partenza da Marsiglia. Il 5 gennaio 1872 la Valigia delle Indie transitava per la prima volta dall'appena inaugurato Traforo ferroviario del Frejus.

 

Il viaggio in treno

Se l'Indian Mail era il viaggio che portava gli inglesi fino a Bombay e alle lontane colonie indiane, il Peninsular-Express era il leggendario convoglio che univa per ferrovia Londra con Brindisi. Il collegamento settimanale partiva da Londra il venerdì alle 21 e toccando Calais e Parigi. Inizialmente e fino al 1871 un treno apposito valicava da Saint-Jean-de-Maurienne a Susa il Colle del Moncenisio con un dislivello di 1588 metri attraverso una ferrovia a cremagliera Sistema Fell, mentre dal 1871 transitava invece da Modane per il nuovo Traforo del Frejus arrivando in territorio Italiano nel pomeriggio del sabato successivo. Qui era una locomotiva FS 552 della ex Rete Adriatica a proseguire il viaggio per Torino, Piacenza, Bologna, Ancona e il Porto di Brindisi dove arrivava puntuale alle 18 della domenica dopo 45 ore esatte di viaggio. Il convoglio vero e proprio era composto da due bagagliai, una carrozza ristorante, e due carrozza letti della Compagnie Internationale des Wagons-Lits (CIWL). Le cinque carrozze a carrelli che lo componevano rispondevano all'esigenza principale del treno che era la velocità affidata ad un locomotiva a vapore capace di raggiungere la notevole velocità per quei tempi di 100 km/h e mantenere medie elevate per lunghi tratti.

 

Soppressione dello scalo pugliese

Ma il Governo italiano non attrezzò con nuove strutture e le banchine necessarie il porto pugliese, così la società inglese ripensò di utilizzare il porto francese di Marsiglia, che pian piano riconquistò i piroscafi della P&O sino al definitivo abbandono del porto pugliese avvenuto nel 1914. Così dopo 40 anni il collegamento della Valigia delle Indie da Brindisi venne definitivamente soppresso.

Sembra tuttavia che l'abbandono dello scalo di Brindisi fosse dovuto a motivi di ordine politico-militare. Infatti a quel tempo spiravano già "venti di guerra"; l'Italia aveva da tempo aderito alla Triplice Alleanza stringendo un patto con le nazioni ora potenzialmente nemiche della Gran Bretagna e della Francia; la circolazione di un treno importante che trainava corrispondenza e valori provenienti di massima dalle due nazioni ingenerava evidenti e giustificabili timori.

 

fonte Wikipedia Valigia delle Indie

 

 

Nel 1914, con l’addensarsi delle prime turbolenze di guerra, il vecchio India Mail  fece l’ultimo viaggio del suo onorato servizio e riportò a casa il Principe di Galles.

 

...........

 

Fu il 25 ottobre del 1870 che la Valigia transitò ufficialmente per la prima volta attraverso la penisola con imbarco a Brindisi sul piroscafo Delta, il primo della P&O ad approdare in città. Tuttavia, anche se il canale di Suez era stato inaugurato l’anno precedente, La Valigia faceva scalo ancora nel porto di Alessandria. Da qui, con il treno, i viaggiatori e le merci venivano trasportati sino a Suez per continuare il viaggio attraverso il Mar Rosso sino a raggiungere Bombay

 

cfr : http://www.clamfer.it/02_Ferrovie/ValigiaIndie/ValigiaIndie.htm

1875 arrivo della Valigia delle Indie a Brindisi

Il percorso del convoglio: Londra, Dover, Calais, Parigi, Lione, Modane, Torino, Bologna, Ancona, Foggia, Brindisi, Suez, Aden e Bombay

Il “Peninsular Express”, si inseriva nel collegamento Londra - Bombay, viaggio che veniva effettuato per treno da Londra a Dover, per battello da qui a Calais, nuovamente per treno fino a Brindisi ed infine per nave, attraverso il canale di Suez, fino a Bombay.

Il tragitto Londra - Brindisi, secondo le pubblicità dell’epoca, era coperto in appena 45 ore.

Questo treno di lusso, inaugurato venerdì 18 luglio 1890, fu denominato “Peninsular Express” e, partito da Calais, toccava Parigi, Digione, Torino, Piacenza, Bologna, Ancona, Foggia, Bari e infine Brindisi.

Il tragitto Londra - Brindisi, secondo le pubblicità dell’epoca, era coperto in appena 45 ore. Cosa strana è che il viaggio era programmato solo per l’andata in India. La partenza era settimanale ed avveniva da Londra alle ore 3,15 del pomeriggio; alle 11 di sera si era a Parigi per poi viaggiare l’intera notte, tutto il sabato, ancora una notte per giungere alle 4 del pomeriggio della domenica a Brindisi. Dopo una sosta di sei ore ci si imbarcava per Bombay che veniva raggiunta dopo alcuni giorni di viaggio.

 

 

cfr: http://www.clamfer.it/02_Ferrovie/ValigiaIndie/ValigiaIndie.htm

LA VALIGIA DELLE INDIE ED IL JAPONISME : VAN GOGH

 

 

Il termine "esotico" era spesso usato dalla cultura occidentae europea dell'Ottocento che definiva esotico qualunque cosa provenisse dall'estero --- in riferimento alla grande diffusione di importazione d'oggetti che entravano in Europa grazie alla Valigia delle Indie; e nel termine esotico (usato impropriamente evidentemente) rientravano anche i Japanesismi, che a loro volta erano frutto di incontri e di scambi mercatali che avvenivano lontano dall'europa ma che poi confluivano nelle città del vecchio continente grazie all'Orient Expres (o Valigia delle Indie che dir si voglia). Il Giapponismo (in francese japonisme e japonaiserie) è l'influenza che l'arte giapponese ha avuto sull'Occidente, in particolare sugli artisti francesi e olandesi, come ad esempio in alcuni quadri di Van Gogh.

Lo sviluppo e la tecnica europea di influenza orientale, definita Japonisme, e la stessa passione ottocentesca per le stampe giapponesi, nasceva dal fatto che queste arrivavano in Olanda grazie alla Compagnia delle Indie, e dai mercati europeri venivano poi diffuse in tutte le principali città Europee. In quel periodo gli artisti giapponesi che dettarono linee guida dell'arte giapponese in Europa furono Utamaro e Hokusai, che ebbero appunto una grande influenza in Francia soprattutto.

 

Le loro stampe su due dimensioni ritraevano scene di vita quotidiana, dal colore piatto, l'assenza di chiaroscuri, la semplice linea curva e sinuosa immetteva l'idea del movimento fra le nuove generazioni di artisti occidentali della post rivoluzione industriale.

Di particolare interesse per l'arte europea erano due cose nuove : l'acqua e le figure femminili.

 

I parallelismi storici fra occidente ed oriente : mentre da un lato l'arte giapponese diveniva in Europa sempre più popolare, contemporaneamente la bunmei-kaika (文明開化, l'occidentalizzazione del Giappone durante il periodo Meiji) sviluppò  una perdita di prestigio di valore e di uso delle sue stesse stampe giapponesi in patria.

 

Van Gogh ha frequentato la bottega di Tanguy, di cui è famoso il  ritratto nella sua bottega, ed è uno dei tre dipinti di Van Gogh ad avere stampe giapponesi. In quest'opera il ritratto di père Tanguy, mostra sei ukiyo-e diversi sullo sfondo. Altre opere in stile Japonisme sono il celebre ritratto alla Cortigiana, una gheisa giapponese con uno sfondo (di contorno) con riferimenti a scorci  occidentali e francesi Provenzali probabilmente, dove Vincent inaugurò il suo Giappone francese, riscoprendolo "nei colori della terra, del cielo, nel profumo violetto della lavanda, nei viola sfumati degli iris, nei ciliegi e nei mandorli a primavera" (cit).

 

 Come scrisse al fratello: "Qui vivrò sempre di più un’esistenza da pittore giapponese, che vive nella natura come un piccolo borghese. Tu stesso senti che è meno lugubre della vita dei pittori decadenti. Se riuscirò a vivere abbastanza a lungo, diventerò una specie di papà Tanguy.....“Studiando l’arte giapponese, si vede un uomo indiscutibilmente saggio, filosofo e intelligente, che passa il suo tempo a far che? A studiare la distanza fra la terra e la luna? No; a studiare la politica di Bismarck? No; a studiare un unico filo d’erba".

 

di Giovanni Greco

 

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di Giovanni Greco

 

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