Beppe Grillo aiuti il Salento !
La devastazione della “Green Economy Industriale & Co”
di Oreste Caroppo
Lettera aperta a Beppe Grillo
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone.
Sia testimonial del dramma della “Green Economy Industriale & Co” che sta devastando il nostro futuro !
Denunci ad ogni livello i gravi crimini ambientali che in Puglia si stanno perpetrando anche e proprio nel nome di una strumentalizzata e calpestata “Ecologia”
Estesi Rimboschimenti verdi e non morte distese di ciminiere, di mega pale eoliche, di deserti di pannelli fotovoltaici, di cemento, di asfalto, di cave e discariche, persino nucleari, nei campi del povero e bellissimo Salento!
In occasione della visita a Nardò (LE) l’11 maggio 2011, di Beppe Grillo, asse portante del Movimento politico 5 Stelle, di cui apprezziamo il notevole impegno programmatico di forte impronta ambientalista, il Forum Ambiente e Salute del Grande Salento (province di Lecce, Brindisi, e Taranto), vasta rete locale apartitica di comitati, associazioni e movimenti per la difesa del territorio e della salute dei cittadini, gli scrive questa accorata lettera aperta perché si faccia portavoce, in tutte le occasioni di pubblica denuncia dei massimi problemi che l’Italia vive in questi mesi, delle istanze del povero e vessato territorio salentino dove si sta verificando, in nome di una falsa “ecologia”, la più grande paradossale e devastante speculazione della storia del Sud Italia.
In nome delle energie rinnovabili iperincentivate dallo Stato, a spese dei cittadini, si è messo in piedi un meccanismo perverso e aberrante, che, complice grave la politica della Regione Puglia, ha fatto del Salento, e non solo, terra di conquista per multinazionali e grosse ditte estere, cinesi, austriache, tedesche, spagnole, danesi, olandesi, americane, lussemburghesi, russe, ecc., che nella piccola striscia di terra del verde Salento, argentato in ogni dove dalle foglie dei suoi ulivi, e circondato da un azzurro mare, stanno realizzando migliaia di grandi impianti industriali d’energie rinnovabili ad altissimo impatto. Si pubblicizza l’autoproduzione domestica e la virtuosa autosufficienza energetica delle famiglie con piccoli pannelli posti sui tetti e tettoie delle strutture recenti, superfici queste biologicamente morte, con vantaggi economici per le famiglie e impatti nulli, ed invece, nei fatti, si sta favorendo legislativamente solo l’industrializzazione all’energia dell’intera regione nelle sue aree agricole e naturali, persino nel suo mare! Migliaia e migliaia di ettari di campi agricoli e pascoli destinati da millenni alla produzione dei nostri prodotti silvo-agro-pastorali, vengono diserbati e ricoperti di pannelli hi-tech di silicio fotovoltaico; sono desertificati artificialmente, morta ogni biodiversità in nome della necessità di fermare la desertificazione da “effetto serra”! Ma è un paradosso, è pura follia! Ed anche Legambiente, quella che si definisce la più grande associazione ecologista italiana ha i suoi mega progetti di industrializzazione fotovoltaica nei campi, per uno sfregio, uno stupro anche di decine di ettari, a Cutrofiano (LE), nel bel mezzo del “Parco naturale ed agricolo dei Paduli-Foresta Belvedere”, ma anche a Minervino di Lecce e Giuggianello (LE)! Un’associazione che nel suo statuto dice di essere ambientalista, e soprattutto dice di essere un’ “associazione”!
Il paesaggio è il libro aperto al cielo della nostra memoria, il nostro orizzonte quotidiano, palcoscenico delle nostre vite, ed in progetto sono ovunque, persino in mare, centinaia di torri eoliche d’acciaio, mastodontiche, alte fino a 150 metri e più, falcidia volatili d’ogni tipo, nel Salento importantissimo crocevia internazionale per gli uccelli migratori, persino da ubicare nel bel mezzo del Canale d’Otranto; è il caso dello scandaloso mega impianto off-shore di Tricase (LE) voluto anche dal WWF e dall’onorevole Grazia Francescato, oggi in SEL, e in passato del partito dei Verdi e presidentessa del WWF, che ne ha inaugurato a Tricase da assessore comunale tricasina, in una giunta a maggioranza PD, (lei che nessun legame aveva col Salento), il progetto! Il tutto al centro di una denuncia inchiesta sul “Corriere della Sera”, a firma del giornalista d’inchiesta Carlo Vulpio. Scopriamo che si tratta di un impianto di decine di mega torri ubicate in alto mare lì dove gli uccelli trasvolano l’azzurra distesa, a migliaia, periodicamente, tra Balcani e Italia, nel tratto più breve, tanto che il WWF ne gestisce, godendo di lauti sovvenzionamenti statali, un’oasi sulle coste del Canale, per la sosta degli uccelli, dopo la faticosa traversata. E’ l’Oasi delle Cesine, nel feudo di Vernole (LE), individuata per la sua importanza nella Conferenza internazionale di Ramsar del 1971, sottoscritta dall’ Italia! Ma il WWF non muove un dito contro nessun impianto eolico, neppure nell’entroterra, neppure se prossimo alle Cesine, come l’impianto in progetto nei comuni di Vernole e Castrì di Lecce, autorizzato assurdamente dalla Regione Puglia; neppure se prossimo, in progetto, all’Oasi di Rauccio nel feudo di Lecce, altra oasi che pure il WWF gestisce! Anzi a bene vedere WWF e Legambiente stipulano e pubblicizzano molteplici accordi di collaborazione con tutte le industrie dell’eolico e del mega fotovoltaico industriali! Siamo al rovesciamento di tutto, al paradosso più totale, e tutto ha come traballante palcoscenico la povera Puglia!
A tutto ciò si aggiungono nel solo piccolo Salento domande per oltre 50 inquinanti centrali elettriche a combustione di biomasse e rifiuti, per le quali si dovrà importare dai paesi del terzo mondo gran parte della biomassa oleosa, forse anche transgenica, da colture OGM ipertrattate chimicamente, per la cui coltivazione sarà sterminata altra foresta tropicale e soggiogata l’economia delle, già povere, popolazioni locali! Per le quali si dovranno disboscare o potare con “potature killer” interi nostri boschi, uliveti, vigneti e frutteti, sacrificati sul patibolo della Green Economy Industriale, come già in parte sta avvenendo; per lasciar anche posto alle produzioni di biocarburanti! C’è persino che chiede, una masnada di imprenditori e politici collusi con loro, di poter bruciare nelle centrali a biomasse tutto il nostro “olio d’oliva”, cardine della salubre dieta mediterranea, dichiarata patrimonio UNESCO dell’ umanità da alcuni mesi; una richiesta “sacrilega”!
Tutto ciò per produrre surplus d’energia che sarà esportata lontano dalla Puglia, disperdendone gran parte fisiologicamente lungo il trasporto, con grave carenza di quell’ “efficienza energetica” tanto decantata dalle stesse bocche che costruiscono e cercano di legittimare questa vile speculazione falso-green! Una rete di cavidotti si appresta ad iperelettrificare il territorio con conseguenze negative, inquantificabili quanto certe, sulla salute delle persone, da elettrosmog. Tutto questo aggravato dal crimine morale che già qui si produce, dalla sola fonte fossile, con gravi danni per il territorio e la salute delle sue genti, ben più energia di quanta necessaria al fabbisogno locale, ben più del doppio, e con perdite gravi nel trasporto la si esporta altrove! E con la menzogna che le produzioni industriali d’energia rinnovabile abbasseranno la produzione d’energia da fonti fossili, carbone, petrolio, gas: nulla di più falso, sarà invece l’opposto, poiché acquistando dei certificati, cosiddetti strumentalmente “verdi”, che lo Stato concede a chi produce energia rinnovabile, lo Stato consente alle ditte di continuare a bruciare indisturbate combustibili fossili, che così possono anche eventualmente incrementare le immissioni di gas serra; ambiente distrutto dai grandi impianti d’energia falsamente pulita, e gas serra immessi indisturbati in atmosfera insieme ad altre veramente nocive sostanze inquinanti (ossidi di azoto e zolfo, diossine, particolato, nanopolveri, ecc.). Trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi in mare e sulla terraferma pugliese già in progetto, l’arrivo di due gas-dotti dall’ Asia, che squarteranno la Provincia di Lecce con serpentoni pericolosissimi per l’incolumità delle genti e lunghi decine di chilometri, rigassificatori e nuove centrali elettriche a combustibili fossili in progetto, contro cui i salentini, sfiancati ma non piegati, stanno dicendo con tutte le loro forze NO, ne sono la triste conferma della grave menzogna politica sottesa alla Green Economy che è solo una mega Green Frode e una maxi Green Devastazione!
Denunci in ogni sua pubblica occasione, la beffa planetaria che in Puglia si sta compiendo, inflessibile amante dell’ambiente e della correttezza, la sua sagace ironia, la sua forza riportino la speranza!
La colonizzazione pro-organismi geneticamente modificati, OGM, che sta devastando tanti paesi del Terzo Mondo, qui ha la sua gemella ancor più aggressiva nell’industrializzazione che strumentalizza l’ecologia per arricchirsi e speculare devastando e uccidendo la vita dei nostri suoli e mortificando la nostra intelligenza! Viviamo una penosa “ideologia dell’energia” che soggioga la nostra “libertà”, (che in Puglia ritroviamo solo nel nome dei partiti a mo di specchietto ingannatore per allodole), e che si avvale di ogni strumento mediatico per raggiungere i suoi obiettivi, con campagne d’opinione che fagocitano ogni mezzo, finanziate persino dalla Regine Puglia, con soldi pubblici dei cittadini, e dalle grandi ditte interessate al business. Ma per lucrare, per frodare serve il consenso della gente, serve convincere la gente d’una menzogna: «che il loro futuro sarà “eco-sostenibile” solo se vivranno in una morta distesa di pannelli fotovoltaici e fili elettrici, con un cielo senza uccelli sferzato da pale d’acciaio rotanti in ogni direzione! » E’ una grande menzogna! E anche per questo per tre anni si è tenuto a Lecce il mega “Festival dell’ Energia”, si, chiamato proprio così! Un’imbonitoria strategica kermesse, patrocinata da ogni istituzione e orda di multinazionali, dove con panem et circenses, luci e nomi altisonanti, si cercava di fare sentire speciali i Salentini perché prescelti al fine di trasformare la loro terra in una mortifera landa desertica dove produrre energia da ogni fonte, fossile, rinnovabile e nucleare!!! Una kermesse soffocante combattuta con ogni mezzo pacifista dai cittadini e quest’anno finalmente sconfitta, quest’anno non si terrà più a Lecce, dopo i contro-festival organizzati anche da noi due anni fa, e dopo lo tsunami di fischi e fischiettate, striscioni di protesta, e manifestanti, che l’hanno ostacolata l’anno scorso, quando si tentò addirittura di strumentalizzare la tradizione popolare locale, la Pizzica-pizzica e la Taranta, per veicolare i mali messaggi sottesi pro-colonizzazione all’energia! Un atto che fu vissuto dal Salento come una inaccettabile profanazione e che ne scatenò la pacifista ma non meno dura, vera e propria rivolta! E’ così che questa kermesse ha abbandonato finalmente il Salento, Lecce capitale del Barocco, dopo aver portato tanto danno e aver scatenato tante proteste, e quest’anno è migrata in Toscana; forse anche lì un altro italiano ventre molle di una mala politica locale, facilmente gestibile dallo spietato famelico “clan delle rinnovabili industriali”, per devastar quei territori vergini, altri territori, dopo la Puglia; è un male che dilaga come un cancro in metastasi in tutta la Nazione! E lì, a Firenze, si terrà a settembre questa ossessiva kermesse, poveri amici toscani amanti della natura e della bellezza, povera bella Toscana patria del Rinascimento, siamo con voi!
Tutta la corrotta trasversalmente classe dirigente locale pugliese permette quotidianamente alle ditte della speculazione falso-green di intrufolarsi ovunque, di finanziare ogni cosa, fino anche spettacoli ludici, in realtà imbonitori per bambini e genitori pro-devastazione eolico-fotovoltaica, (è avvenuto sabato scorso, 6 maggio, a Lecce, solo ad esempio), restauri di colonne votive dei santi patroni, come quella di Santa Domenica a Scorrano (LE), o addirittura i presepi natalizi imbastiti nelle piazze in periodo natalizio, come quello nell’anfiteatro romano a Lecce l’anno scorso; in cambio del rifacimento di una strada o della costruzione di una linea di pubblica illuminazione, per royalty al comune, una tantum, o benefit vari, i comuni svendono il loro territorio e aprono le porte, da traditori, a questo assalto. Sono spesso i comuni più deboli a cadere nella rete, i grandi lo fanno con maggiore consapevolezza!
Talvolta poi si muove anche una mefistofelica macchina d’opinione, che vede coinvolti politici anche importanti che fanno da tramite, e il coinvolgimento legittimante persino di professori universitari delle locali università, nonché dei tentacoli delle pseudo-associazioni ambientaliste ben note; così con convegni e incontri privati si raggirano poveri amministratori dei comuni più piccoli ed indifesi. A questi vengono spacciati per virtuosi progetti che si promette innalzeranno il comune ai vertici dell’ “ecostenibilità” italiana nelle classifiche nazionali, portando lustro al comune e fumosa ricchezza al comune; in realtà il gioco è semplice dato che son le stesse associazioni pseudo-ambientaliste a fare le classifiche e a sparare alchimie numerologiche, come ha denunciato Italia Nostra, pur di favorire il sotteso business! Associazioni non più ormai ambientaliste, colluse con i partiti in maxi-comitati d’affari! A farne le spese anche i poveri piccoli comuni che caduti in trappola vengono affossati, vedendosi togliere l’unica cosa su cui stavano puntando per affermarsi davvero, buona agricoltura, bellezza del paesaggio, agriturismo, turismo e salubrità! In taluni casi la posta in gioco è tale che gli stessi imprenditori collusi con la politica talvolta sono scesi direttamente in campo nel Salento per raggiungere posizioni di assessorati o poltrone di primo cittadino pur di riuscire, in palesi conflitti d’interesse, a far autorizzare impianti di ditte proprie o di parenti prossimi, talvolta strumentalizzando anche lo sport, il calcio, con squadre finanziate, sponsorizzate, sempre più in Puglia da ditte falso-green, per abbindolare le masse ed ottener consenso sui progetti e consenso elettorale! Una devastazione del tessuto socio-politico salentino oltre che ambientale! E le torri eoliche, le ciminiere inquinati delle biomasse, i pannelli nei campi diventano anche monumenti ad una illegalità diffusa che con loro mette le sue radici più profonde nel nostro tessuto socio-politico-culturale.
E il giardino bello d’Europa e del Mediterraneo, l’Italia, con la sua Puglia, con il suo Salento, diventa una vasta diffusa pattumiera energetica, che froda gli stessi cittadini che con le loro tasse e bollette elettriche, le più alte del mondo, finanziano tutto questo lerciume politico-imprenditoriale, questa rapina che li assassina nel corpo e nello spirito, e che distrugge loro l’habitat in salubrità, biodiversità e bellezza, e calpesta la loro Costituzione, che invano nei suoi principi, all’articolo 9, ne afferma, ne grida la tutela del paesaggio identitario nazionale, storico, naturale e rurale, lo skyline marino e della terraferma, come imperativo categorico che lo Stato Italiano deve perseguire e garantire!
Se tutti questi progetti, di eolico, fotovoltaico e biomasse, a migliaia, non saranno fermati sarà la fine per la Puglia che conosciamo e amiamo, e che qualcuno ha invece mefistofelicamente scelto di fare la sporca e inquinata landa “colonia energetica d’Italia”, persino con la costruzione di centrali e depositi di scorie nucleari! SAREBBE SEMPLICEMENTE LA FINE DI TUTTO, LA MORTE ANCHE DELLA SPERANZA, oggi ancora rimasta nel fondo del vaso di Pandora aperto in Puglia dai suoi avidi amministratori di centro, destra e sinistra indistintamente!
A lei chiediamo di farsi portavoce di questa denuncia, di far comprendere al pres. Nicola Vendola alias Nichi, (SEL, Sinistra Ecologia (?!) e Libertà) la necessità di varare l’urgente moratoria di tutti questi assurdi impianti industriali falso-green, per fermare questa catastrofe ambientale artificiale imminente; sin ora a nulla son valse le inchieste dei magistrati che stan sollevando tutto lo sporco e l’illegale spesso sotteso dietro questa corsa all’oro che tutto e tutti corrompe, le quotidiane mobilitazioni ovunque della gente per dire basta, la scoperta dello sfruttamento schiavista in condizioni disumane e sottopagate di forza lavorative extracomunitarie in nero nei lager del fotovoltaico, nei cantieri per la loro realizzazione (scandalo della Ditta Tecnova, nel brindisino e leccese), la nulla ricaduta occupazione a regime di questi impianti d’energia falso-verde altamente automatizzati, le lettere del capo della Soprintendenza ai Beni Culturali e al Paesaggio per la Puglia, Arch. Ruggero Martines, e del direttore dell’ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, il medico epidemiologo di fama mondiale Giorgio Assennato, che han ammonito, con una circolare, sulla catastrofe culturale, paesaggistica, ambientale ma anche sanitaria a cui si sta andando incontro passivamente, le denunce dell’ Europol, la Polizia Europea, sul riciclaggio di denaro sporco che si sta effettuando in questo mercato drogato da iperincentivazione della Green Economy Industriale, attraverso compravendita, mediante anche tangenti, di autorizzazioni, e attraverso inestricabili scatole cinesi e ramificazioni celate che rimandano quasi sempre a ditte off-shore nei paradisi fiscali internazionali (Panama, Cipro, Cayman), le denunce della Commissione Bicamerale Antimafia, in trasferta d’emergenza in Puglia, nel dicembre 2010, che ha visto il suo presidente, il senatore Beppe Pisanu, ex ministro agli interni rivelare che la “Green Economy Industriale”, con riferimento al settore della produzione “industriale” dell’energia, per la sua vendita dunque, è fortemente inquinato, sin nelle sue radici più profonde, dalla malavita e da tutte le mafie (Camorra, Mafia siciliana, Sacra Corona Unita, Mafie internazionali e forse anche la stessa Mafia cinese), ed è favorito in loco, in Puglia e in particolar modo nel Salento, da una “Mafia Borghese” (espressione, questa, coniata ad hoc dallo stesso senatore Pisanu, che ne ha massimamente lanciato l’allarme dopo aver udito i locali magistrati e non solo). Una “mafia borghese” collusa strettamente con la politica, trasversalmente, con le Banche, con l’imprenditoria più spregiudicata e affaristica, nonché con la bassa malavita territoriale. Una mala politicamente trasversale di amministratori e speculatori, con l’aggravante in Puglia di una “criminosità istituzionale”, come l’ha definita il 6 maggio 2011, il sindaco di Salemi in Sicilia, il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi, poiché si è assisto a tutta una legiferazione regionale, spesso poi giudicata incostituzionale dalla Suprema Corte Costituzionale, (come avvenuto per i principali punti di deregolamentazione della L.R. 31/2008), che hanno deregolamentato il settore, (si pensi al PEAR, il Piano Energetico Ambientale (?!) della Regione Puglia), ed aperto finestre temporali atte alla massima speculazione e devastazione del territorio, con l’arrivo di progetti e ditte e personaggi, anche poco fidabili, procacciatori d’affari, da ogni parte del mondo, attratti anche da appositi eventi, relazioni diplomatiche, ed enti, (ad esempio il Distretto per le Sviluppo delle Energie Rinnovabili), favoriti o istituiti dalla stessa Regione, divenuta una vera e propria “repubblica delle banane” in questa Green Economy, degenerata nel Salento in uno stato tribale gestito quasi dai nuovi “narcos” locali e non, gli “sviluppatori”, o “facilitatori”, cosiddetti, delle autorizzazioni per impianti green, d’eolico, fotovoltaico o biomasse, da rivendere alle multinazionali straniere! Assurdità su assurdità che hanno visto persino il presidente Vendola volare in Cina ed e negli Stati Uniti, con soldi pubblici, per esportare il malo modello green pugliese, e per chiedere ai cinesi, come avvenuto, di venire ad investire in Puglia nel fotovoltaico, (acquistando decine e decine di autorizzazioni intascate dalla dittucce, o forse meglio dire dittacce, di sviluppatori), a frodare così i soldi dei nostri incentivi, con bilanci da intere finanziarie; un furto nelle tasche dei cittadini, nelle tasche dello Stato italiano, di immensi tesori finanziari che in cambio di esose quote nelle tasche degli sviluppatori locali, prendono la strada dell’estero!!!!
E si è assistito anche al rilascio da parte della Regione di miriadi di autorizzazioni per grandi impianti assolutamente ignominiose, addirittura in aree parco naturale o ai loro margini, come nel Parco nazionale dell’Alta Murgia, che ha visto anche pronunciamenti avversi all’agire regionale della Corte di Giustizia Europea! Le torri eoliche tra Spinazzola e Minervino Murge, nel Parco pugliese dell’Alta Murgia e ai suoi margini, stan facendo strage di rapaci, per questo motivo vi son delle denuncie, depositate dal Corpo Forestale dello Stato, alla Procura della Repubblica di Trani, che vi ha aperto un’inchiesta. Stessa grave situazione ai danni dell’avifauna, ed in particolar modo ai danni dei rapaci, sta causando l’impianto eolico attivo di Carpignano salentino nel leccese, lungo le rotte migratorie che poi da lì attraversano il Canale d’Otranto, ma nessuna inchiesta risulta sia stata ancora aperta, né le torri sono state fermate, come necessario, almeno nei mesi di massimo passo migratorio primaverile ed autunnale!? Anzi si parla pure di un ampliamento dell’impianto! Siamo, non c’è che dire, allo smarrimento di ogni normalità!
Ma tra le più scandalose autorizzazioni le più note a livello nazionale sono certamente quella degli impianti eolici di Palmariggi e Giuggianello, (uno anche a Minervino di Lecce, ancora in iter autorizzativo), ubicati sulla mitologica incantevole “Collina dei Fanciulli e delle Ninfe”, (al centro di un’inchiesta e denuncia del “Corriere della Sera”, a firma di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori del bestseller “La Casta”), acropoli proto-storica del Salento e indiscussa Stonehenge megalitica d’Italia per i suoi monumenti arcaici di grandi pietre ciclopiche, dolmen e menhir. E a devastazione dello skyline di Otranto, borgo medievale, il più ad oriente d’Italia, il primo a vedere sorgere il sole, riconosciuto anche da poco, patrimonio UNESCO dell’ umanità! Impianti questi ben voluti dal PD e da SEL, e quello di Palmariggi è di una ditta, la Spes srl, di proprietà dello stesso presidente del Distretto Regionale per lo Sviluppo delle Energie Rinnovabili! La Regione Puglia, ha difeso con i denti questo scempio facendo lei direttamente, e non la ditta, appello al Consiglio di Stato, pagando lei, e dunque noi, con firma di Nichi Vendola, dei legali a difesa di quest’orrore, contro il ricorso al TAR vinto da Italia Nostra, e dalla Provincia di Lecce e comuni limitrofi di Otranto, Poggiardo, Uggiano la Chiesa, Muro Leccese e Giurdignano, intervenuti per salvare il prezioso sito archeologico e naturalistico ed il loro stesso futuro. Una volgare indecenza da parte della Regione, che ha calpestato anche il pronunciamento sfavorevole della Soprintendenza ai Beni Culturali e di eminenti archeologi scesi in campo a difesa dei preziosissimi siti, come i professori Paul Arthur e Francesco d’Andria del Dipartimento di Beni Culturali dell’ Università del Salento-Lecce! Quello di Giuggianello della ditta Wind Service srl, che come la Rai ha denunciato nel programma Crash di Rai3, rimanda, con scatole cinesi, a ditte off-shore con sede legale nei paradisi fiscali di Panama e Cipro, vede la presenza finanziante della banca tedesca Deutsch Bank. Stessa ditta un cui progetto eolico in via di cantierizzazione, è già sotto sequestro a Martignano (LE), poco distante da Giuggianello, per irregolarità, abusivismi edilizi e conflitti d’interessi, che vedono inquisiti amministratori e tecnici comunali locali. Si tratta di ditte a responsabilità limitata, s.r.l., senza capacità, conoscenze, know-how e mezzi per realizzare davvero gli impianti, ditte sviluppatrici dal capitale sociale di poche migliaia di euro. Sulla Collina tutt’Italia vigila oggi attonita e preoccupata perché gli scempi perfettamente autorizzati dalla Regione, e voluti da Nichi, non siano portati a compimento! Perché il filo di questa Spada di Damocle non si spezzi facendola abbattere su quell’incanto paesaggistico, scrigno di storia; perché quella spada si abbatta altrove, magari sulla testa proprio di chi vuole questo inaccettabile sacrilegio!
E tra le più scandalose autorizzazioni concesse per impianti fotovoltaici, quella per un deserto di pannelli di 45 ettari, nella contrada Miggianello a Scorrano (LE), in un’area rimboschita con finanziamento europeo (misura 2080/92 CEE del 1992)! Un unico mega impianto della ditta tedesca Schuco, finanziato sempre dalla Deutsch Bank, frazionato all’atto della richiesta delle autorizzazioni in sotto-impianti adiacenti per eludere la legge, come sentenziato dal TAR, Tribunale Amministrativo della Puglia-Bari, sezione distaccata di Lecce, per usufruire di procedure semplificate d’autorizzazione, come avvenuto, senza neppure la sottoposizione a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) dell’ opificio industriale fotovoltaico realizzato in piena area agricola per altro! Si trattava di una sentenza, del locale tribunale amministrativo regionale, a favore della associazione Italia Nostra onlus, poi inspiegabilmente e misteriosamente ribaltata per cavillosità nelle oscure stanza del Consiglio Stato a Roma, cui la ditta era ricorsa in appello, con condanna dell’associazione portatrice di interessi diffusi, Italia Nostra, al pagamento addirittura delle spese legali, per decine di migliaia euro! Anziché ricevere invece un onorificenza dal Presidente della Repubblica, come avrebbe meritato, per aver denunciato gli scandali in corso in Puglia con la colpevole complicità dell’ente regionale e degli enti comunali e provinciali, e non solo!
A nulla stanno bastando gli ormai quotidiani arresti e sequestri di cantieri, da parte di tutte le forze dell’ ordine mobilitate (Carabinieri-NOE Nucleo Operativo Ecologico, Finanza, CFS Corpo Forestale dello Stato, Polizia Provinciale, Agenti Municipali, Polizia), che si susseguono ora dopo ora, giorno dopo giorno, gli avvisi di garanzia a politici, denunce e proteste dei lavoratori sfruttati, le fughe dei colpevoli, i ricorsi a tribunali amministravi, gli esposti della gente, di liberi cittadini, di associazioni, di mille comitati sorti ovunque nell’emergenza in difesa dell’orizzonte quotidiano, del biologico spazio vitale; le denunce per devastazioni di beni culturali, masserie (Scorrano a Miggianello, Masseria Bellico a Soleto (LE), ecc, ), siti archeologici, tombe messapiche (Soleto), trulli monumentali (Melendugno (LE)), muretti a secco divelti e sbriciolati a chilometri, oliveti e vigneti incendiati, avvelenati e svelti per lasciar posto all’orrore falso-verde!
La campagna ridotta ad un far-west; vigilantes armati fanno da cani da guardia armati ai lager dei pannelli; atti terroristici e ritorsioni varie con incendi di impianti; ladri che assaltano e malmenano i vigilantes e che vi rubano lastre di silicio semiconduttore e cavi in rame; attentati mafiosi inspiegabili; incendi e autofurti di panelli per fregare anche le assicurazioni; rifiuti speciali smaltiti, occultati illecitamente nel basamento di torri eoliche e sotto i campi di fotovoltaico (come successo a Soleto con sequestro di vari impianti fotovoltaici nei mesi scorsi); il paradosso delle energie “pulite” che più sporche non potrebbero essere, ecc. ecc.!
In pochi mesi la Green Economy ha fatto si che la Puglia non sia “più donna di province, ma bordello”, amaramente parafrasando un amaro passo dantesco riferito all’Italia divisa e colonizzata dei suoi tempi! Un bordello dove persino son state trovate con le mani in pasta le due massime associazioni ambientaliste italiane, scoperte così ormai solo pseudo-ambientaliste, scoperte anch’esse a volere speculare più o meno direttamente nel business dei grandi impianti eolici e fotovoltaici; associazioni coinvolte intrinsecamente nella macchina Green per legittimarne gli orrori agli occhi della gente! Che schifo! Che Vergogna senza fine! Uno scandalo partito dal Salento, denunciato dai soli cittadini armati di amore per il territorio e verità, e che ha spaccato le basi delle stesse associazioni tradite dai loro dirigenti!
Pascoli, campi, orti e seminativi, vigneti, persino uliveti e frutteti divelti, per lasciar posto ai morti pannelli e alle torri d’acciaio dell’eolico. Una distruzione, uno sconvolgimento inenarrabile ed inaudito, di tutto ciò che si associa e si connatura nella memoria collettiva al termine Puglia, i suoi paesaggi naturali e rurali, la sua biodiversità, la sua cultura, la sua salubrità, la sua economia agro-silvo-pastorale e turistica d’eccellenza, vere fonti genuine di ricchezza per i cittadini! Abbiamo bisogno di invertire subito la rotta, di smantellare questi impianti illegali di RIMBOSCHIRE il Salento, con specie forestali autoctone, con interventi statali massicci, ma anche con incentivazioni ai privati per la RIFORESTAZIONE, di questa regione; la regione più selvaggiamente deforestata d’Italia, con la minore percentuale di boschi; una deforestazione assurda impennatasi dall’ Unità d’Italia ad oggi! Una scomparsa della superficie boschiva che rappresenta la prima emergenza di questa terra, ambientale, idro-geologica, e culturale, cui si aggiunge la scomparsa di suolo naturale, (fondamentale per i cicli di riequlibrio della nostra biosfera), da cementificazione selvaggia ed asfalto non meno selvaggio! E’ il Salento (province di Ta, Le e Br ) tra le regioni con la maggiore percentuale di suoli danneggiati da cemento, cementificati, ed primo in Italia per percentuale di territorio ricoperto da strade asfaltate! Dobbiamo invertire la rotta, con lo “stop al consumo di suolo” e la “bonifica” e “rinaturalizzazione”; invertire un processo degenerativo, un cancro amministrativo, che con la Green Economy ha raggiunto in pochi mesi il fondo di un baratro che sembrava, ma ancora per poco, lontano!
Si chiede di favorire, al posto dell’oligarchico furto dell’energia pulita che è di tutti, da parte di gruppi multinazionali, la democratica produzione dell’energia con la micro-generazione diffusa con piccoli impianti solari-fotovoltaici ubicati sui tetti di edifici recenti, di basso o nullo impatto ambientale pertanto, per l’autoproduzione ed autoconsumo, con piccolo interscambio dell’energia, tramite impianti di proprietà dei piccoli stessi utenti dell’energia prodotta, quali cittadini, famiglie, enti pubblici, aziende; impianti finanziati in toto o in parte a fondo perduto dallo Stato, (come ben potrebbe tagliando gli impianti industriali e ad essi ogni finanziamento), o ben incentivati, per una democraticizzazione virtuosa dell’energia pulita, con vantaggi economici diretti per gli utenti finali e per l’intero indotto, svincolato da logiche speculative ed accentranti mono-polistiche!
Se da un lato si chiede l’intervento di taglio totale degli incentivi e degli stessi impianti per la produzione industriale, volta cioè alla vendita dell’energia rinnovabile prodotta (corrente elettrica, idrogeno, ecc.), con il divieto assoluto di utilizzare aree agricole, il mare e i laghi, per impianti industriali di eolico e fotovoltaico, dall’ altro si chiede una politica nuova e di rinnovato e forte incentivo per la diffusione dei piccoli impianti solari-fotovoltaici sui tetti di tutti gli edifici di epoca recente, superfici-tetto queste estesissime, inutilizzate, sterili dal punto di vista agricolo, e biologicamente morte, dai condomini, ai tetti delle abitazioni unifamiliari recenti, ai tetti degli edifici scolastici, alle caserme, alle palestre, ai palazzetti dello sport, agli stadi, ai capannoni industriali, alle tettoie di parcheggi e stazioni d’ogni tipo, ecc.
E intanto, con falsi giochi di apparente opposizione, destra e sinistra si accordano per devastare ancora con strade e infrastrutture ridondanti il Salento, secondo tracciati che non riadattano ed ampliano l’esistente, ma che vanno a ferire nuovi territori, come con lo scandalo nazionale della SS 275 Maglie-Leuca, nella opposizione accesa, inascoltata dei locali comitati, traditi dal governo regionale dopo mille promesse, e poi accordatosi, dopo le elezioni, vergognosamente, accordo Vendola-Fitto, infischiandosene delle opposizioni e delle richieste di riprogettazione del percorso, secondo il principio di minimizzazione di consumo di nuovo territorio, e dunque di minimo impatto, proposte dai comitati locali.
E altre strade, tantissime non riadattando e ampliando percorsi esistenti, ma con tracciati totalmente ex-novo, sono in progetto o già in appalto nel Salento dei 100 comuni e oltre, dove per andare dal un qualsiasi punto A ad qualsiasi altro punto B, l’unica difficoltà è rappresentata dalla scelta kierkegaardiana tra i mille possibili percorsi equivalenti già esistenti! E poi nuovi porti, ed espansioni di aree edilizie, ed industriali che ogni micro-comune salentino vuole, son oltre cento comuni, per poter lottizzare e speculare; aree industriali mai davvero decollate, semivuote da decenni, (fortunatamente c’è da dire, visto cosa successo nelle aree in cui si è insediata invece dell’industria inquinante, l’unica pare possibile nel Salento, per la nostra classe dirigente!), per mera spesso capannonizzazione speculativa, speculativa del territorio!
Quante volte questa parola, “SPECULAZIONE”, tanto che ci siamo stancati di usarla e di nascondere la vera parola sottesa: “MAFIA”!
Ed è per questo che nel Salento, qui in Puglia, in questa catastrofe da falsa Green Economy, tanto grave, in questi mesi è nato e si è popolarmente diffuso un grido, che è un vero e proprio teorema sempre più confermato ovunque, teorema gridato ormai in tutt’Italia:
<<DOVE SI DEVASTA IL PAESAGGIO, Lì C’E’ MAFIA!>>, ma nella disperazione, dalla Puglia anche deve ripartire la speranza, perché l’applicazione inversa di quello stesso teorema afferma e assicura che dove si cura, bonifica e restaura il paesaggio, secondo la sua anima identitaria, naturale e storica, lì la mafia al contrario viene sconfitta, e lo Stato torna campione, torna ad essere Stato!
Ma intanto inesorabile le lobby del cemento avanzano nella cementificazione; oggi addirittura si paventa la cementificazione persino delle spiagge, con il là dato recentemente dal Governo, una ennesima catastrofe per il Salento penisola con le spiagge tra le più lunghe e belle d’Italia, dagli arenili incantevoli! E a Santa Cesarea Terme (LE), gioiello del sud, poche settimane fa il TAR Lecce ha sbloccato la costruzione di quasi un’intera nuova città, a sud del paese, sulla sua costa rocciosa, in un’area di piena macchia mediterranea, rispondente a piani regolatori vecchi di decenni, nonostante la sopravvenuta istituzione del Parco naturale costiero Otranto-Santa Maria di Leuca. Situazione identica per un secondo tentativo di espansione cementizia a nord della stessa città sempre lungo la sua magnifica mozzafiato costa rocciosa! LA POPOLAZIONE SI OPPONE!
E in nome della cementificazione-privatizzazione si stanno distruggendo le strutture ospedaliere esistenti nella Provincia di Lecce, si sta mettendo in ginocchio tutto il sistema sanitario locale; un’operazione inaugurata da Raffaele Fitto (PDL), quand’era a capo della Regione, e con la mannaia più brutale portata in questi giorni a termine da Vendola, in piena continuità, nonostante le solo apparenti diversità politiche, ed in totale tradimento di ogni sua promessa. Non c’è più nemmeno l’ “onore”, che almeno caratterizzava un tempo l’uomo del sud, dal gentiluomo al contadino, fino anche a quello più malavitoso! E tutto questo anche per realizzare, per appaltare, pochi maxi ospedali firmati Renzo Piano, e dove? Sempre in aree agricole e naturali di pregio paesaggistico consumando nuovi suoli! Lo stesso Renzo Piano dovrebbe intervenire per minacciare il ritiro dei suoi progetti, se la Regione dovesse optare di realizzarli su aree integre, e non, come giusto invece, secondo il principio di “Stop al Consumo di Territorio”, (promosso dal Comune di Cassinetta di Lugagnano (MI) e dal suo sindaco virtuoso Domenico Finiguerra), su suoli già degradati da vecchie industrie o opifici o vecchi capannoni da demolire e bonificare! Ne va del buon nome anche della stessa firma dell’Architetto Renzo Piano, noto in tutto il mondo, che la Regione rischia di infangare con una tale mala gestione del territorio. Lo stesso Renzo Piano dovrebbe imporre alla Regine Puglia il rispetto di tale principio di buona prassi amministrativa, minacciando, in caso avverso, il ritiro del suo stesso progetto!
E con vaghe scuse sanitarie alla ditta Alidaunia, la Regione Puglia autorizza un altro scempio, un eliporto “cattedrale nel deserto” nel pieno cuore protetto e ultra vincolato del Parco dei Paduli, in feudo di Supersano (LE), a Masseria Macrì, finanziato con soldi pubblici, lontanissimo da centri abitati e centri ospedalieri, per l’eli-soccorso 118, si dice, salvo scoprire che poi la ditta potrà usarlo anche a suo piacimento per suoi voli civili e di trasporto vario privato e come pista per elicotteri privati! E nella stessa area, “cattedrali nel deserto”, un altro eliporto-aeroporto in contrada Cortidroso, tra i feudi di Maglie e Melpignano, con già tanti aeroporti nel Salento, come quello di Lecce-Lepore, mai “decollati” è il caso di dire! Pura cementificazione fine a se stessa e giustificata in mille modi arrampicandosi sugli specchi; “pubblica utilità” si dice, la stessa addirittura appioppata agli impianti eolici e fotovoltaici industriali, tanto da legittimare espropri! O Tempora, o mores!
E tutta questa immensa colata facilitata dalla presenza di un mega cementificio che nel cuore del Salento, a Galatina, devasta con mille cave la terra di una regione praticamente pianeggiante, che si eleva per pochi metri al di sopra del mare, bucherellandola e facendola sparire, per esportare anche il cemento prodotto in tutto il resto del mondo. Danni allo stesso patrimonio geologico esistenziale del Salento incommensurabili, non monetizzabili da nessuna royalty! Un cementificio di una ditta non locale, la ditta eugubina Colacem, con sede a Gubbio in Umbria, che oltre a bruciare combustibili fossili e avvelenare l’aria, oggi vuole anche bruciare nelle sue fornaci, l’iperincentivato CDR, (Combustibile da Rifiuti), persino proveniente da rifiuti neppure locali!!! Il tutto per aumentare gli introiti e rimanere competitiva a spese dei salentini, dove gli studi epidemiologici rivelano crescenti picchi nell’incidenza di malattie tumorali e non solo, anche con comparsa di patologie prima sconosciute localmente, come denunciato dalla LILT, Lega Italiana per la Lotta ai Tumori e dal suo direttore locale, l’oncologo dell’ Ospedale di Casarano, Giuseppe Serravezza, eroe nella lotta agli inquinanti e agli scempi della Green Economy Industriale, appoggiato nella sua azione di denuncia ambientalista a 360°, anche dai locali frati francescani della comunità di Galatina, primo fra tutti il giovane Fra’ Ettore, e da numerosissimi comitati civici ambientalisti!
Ma la gente risponde, si mobilità in tutto il Salento, facendo della “sindrome di NIMBY” uno slogan ed una rivendicazione; Nimby acronimo inglese della frase “non nel mio giardino” (“Not In My Bach Yard”), coniato per far apparire affette da una strana malattia curabile quelle madri che per salvare la vita del proprio figlio dicono ‘No’ ad una centrale termonucleare a fissione dietro casa; e invece nel Salento, affermare “non nel mio giardino” è diventato un motto, un principio, che solo diffondendosi ovunque nel nostro globo, in questa nostra realtà contemporanea globale, può davvero efficacemente costringere il mercato, l’imprenditoria, a rispettare diritti dell’ambiente e delle persone oggi calpestati! Non a caso il termine lo ha coniato la stessa imprenditoria spaventata da questo “principio”, questo vitale impulso biologico, e ha cercato di presentarlo come una sindrome da cui fuggire!
Ed è così che nel Salento alcuni mesi fa le proteste popolari spontanee e apartitiche, partire dal basso, hanno fatto chiudere e smantellare un inceneritore tradizionalmente legato alla famiglia del ministro magliese Raffaele Fitto, proprio a Maglie (LE), quello di Copersalento, che aveva avvelenato tutta la catena alimentare del circondario con la diossina; una Seveso nell’entroterra otrantino, con abbattimenti di centinaia di capi di bestiame avvelenati, di cui nulla è trapelato sui giornali nazionali! E lì stesso, si voleva realizzar, sopra addirittura, un mega altro “moderno termovalorizzatore”!!! La goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai troppo pieno di nauseabondi odori, aria irrespirabile, morte e malattia! La qualità della vita un obbligo da perseguire, a Maglie ed ovunque!
Ma oggi lo stesso Vendola è passato nel partito del nocivo incenerimento dei rifiuti iper-incentivato, ed è ben lungi dall’adottare davvero la “strategia rifiuti zero”, adottata solo a parole e su maxi-manifesti in cui ha assoldato l’attore barese Lino Banfi per una campagna a favore della differenziazione domestica! Lungi dall’attuare davvero la “strategia rifiuti zero”, riconvertendo in impianti di compostaggio, come ben possibile fare, gli assurdi “biostabilizzatori”, (che ha fatto costruire per trattare, a mo’ di compostaggio, l’indifferenziato, da conferire poi sempre ovviamente in discarica!), Vendola continua ad autorizzare ed inaugurare progetti di inceneritori al gruppo Marcegaglia; a Massafra (TA) ne è già operante uno; a Modugno (BA) i cittadini lo hanno fermato, ecc.; e allo stesso gruppo legato alla presidentessa di Confindustria, Emma Marcegaglia, Vendola ha assegnato appalti per la costruzione e gestione di maxi-discariche, come la più assurda e la più scandalosa delle discariche d’Italia, di cui la Comunità Europea intera dovrebbe interessarsi! Quella a Corigliano d’ Otranto (LE) sulla falda freatica del Salento, là stesso dove l’acquedotto pugliese, a pochi metri, emunge con pozzi artesiani l’acqua minerale dal sottosuolo per abbeverare oltre l’ 80% dei salentini (oggetto anche di un articolo del giornalista d’inchiesta Carlo Vulpio sul “Corriere della Sera”), e delle utenze salentine, in un Salento assetato, privo di idrografia superficiale permanente, ma ricchissimo d’acqua potabile solo nel suo sottosuolo carsico. Una bomba ecologica al percolato, che se entrerà in funzione, sarà ammontata dal solo enigma “quando il percolato arriverà in falda”, non dall’interrogativo “se arriverà”! La falda, dal fondo cava vi disterebbe solo poche decine di metri! Una follia che si chiama “maxi-discarica” prevista dal magliese Raffaele Fitto del PDL (Popolo della Libertà), quando era al Governo della Regione Puglia, e da Nichi Vendola, ad esso succedutosi sul “trono” regionale, confermata e perseguita ed appaltata al gruppo Marcegaglia, e autorizzata andando in deroga alla lì esistente zona di protezione speciale per le acque, prevista da dispositivi normativi europei, dove per la vulnerabilità della falda, a causa di terreni calcarei fessurati altamente permeabili, e a causa della presenza di faglie tettoniche, che ne ingigantiscono la già alta permeabilità, è vietato quasi transitare con gli autoveicoli! E a tutto ciò Vendola va in deroga! Anche lì, sono i cittadini mobilitati l’unico baluardo in uno Stato che non c’è!
Riconvertire è la parola d’ordine verso il “sistema rifiuti zero”, ma non appaltando altri impianti ridondanti come Vendola vorrebbe, con nuovi suoli consumati, nuovi sprechi per mega-impianti di compostaggio ex novo, con il rischio di nuovi appalti ad amici ed ad amici degli amici, in vista di future promesse ed appoggi elettorali, o chissà, con il rischio di avere due filiere parallele in competizione, quella attuale che vuole bruciare CDR e riempire lucrose discariche, e quella del compostaggio e della differenziazione, che rimarrebbe per forza di cose figlia di un dio minore, non fosse altro per il fatto che la prima filiera ha già un certo numero di unità lavorative stabilmente impiegate! “No” si deve riconvertire l’esistenze, le piattaforme di trattamento odierno dei rifiuti, riconvertirle in centri di differenziazione e recupero dei materiali, i biostabilizzatori in impianti di compostaggio! Questa è saggezza, questa serietà amministrativa! Tutto il resto è fumo e spreco!
Ed in tutto questo sfacelo che colpisce la Provincia di Lecce, e quelle di Brindisi e Taranto, terra ancora d’incanto, nonostante tutto, per il suo mare e la sua campagna, ed i suoi centri storici, un paradiso nel Mediterraneo e nella Penisola Italiana come potrà scoprire lei stesso, terra ancora salvabile, da salvare da tutta questa che è un’emergenza nazionale, su tutto questo, tanto potrà, contro questa paradossale calamità artificiale generata da ignoranza e avidità di fama e potere, la sua semplicità comunicativa, la sua ricerca della verità, il suo dimostrato amore per il pianeta e tutti i suoi abitanti, uomini inclusi!
Forum Ambiente e Salute 9 maggio 2011
Info:
Forum Ambiente e Salute del Grande Salento, rete apartitica coordinativa di movimenti, comitati ed associazioni a difesa del territorio e della salute delle persone
Lecce, c.a.p. 73100 , Via Vico dei Fieschi – Corte Ventura, n. 2
e-mail: forum.salento@yahoo.it , forum.salento@libero.it ,
Sito web: http://forumambientesalute.splinder.com/
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