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La Mappa di Soleto

Da:Corriere della Sera del 17 novembre 2005

La cartina più antica (una rizla di omero?) del mondo classico (è da vedere, questa affermazione piuttosto che la 'mappa'!), scoperta a Soleto nell'agosto 2003. Un frammento di terracotta graffito con la linea costiera del Salento meridionale e i nomi di 13 località; ai lati, un doppio motivo a zìg zag per indicare il Mare Ionio e il Basso Adriatico, È la più antica mappa geografica del mondo classico che sia mai stata ritrovata, risale al V secolo avanti Cristo e misura appena 5 centimetri per 2,7. Come un francobollo. La coperta del frammento di vaso greco verniciato di nero è stata fatta due anni fa a Soleto (Lecce), ma il direttore della missione archeologica, Thierry van Compernolle dell'Università di Montpellier, ha difeso per tutto questo tempo il segreto della «Mappa di Soleto» per studiarla. Da ieri è in mostra al Museo archeologico dì Taranto. Sulla minuscola mappa vi sono incisi, in lettere dell'alfabeto greco, i nomi di 13 località: una greca (Taras-Taranto) e 12 messapiche (5 in forma abbreviata) tra le quali si riconoscono Otranto, Nardò, Ugento, Santa Maria di Leuca e Soleto.

Da: http://it.wikipedia.org/wiki/Soleto

Si tratta del frammento di un vaso attico smaltato di nero, un ostrakon le cui dimensioni sono di appena di 5 cm per 2,7 cm, e sul quale è incisa la linea costiera della penisola salentina insieme a due toponimi greci ed undici toponimi indigeni, le cui posizioni sono indicati da punti. Si riconoscono i nomi di Taranto scritto in greco (Τάρας, Taras) e di Otranto, Nardò, Ugento, Soleto e Leuca scritti in messapico, mentre ai lati sono indicati in modo schematico il Mar Ionio ed il Mare Adriatico simboleggiati da sigma a quattro tratti. L'oggetto è stato scoperto il 21 agosto 2003 a Soleto (LE) dall'Archeologo Thierry van Compernolle nel corso di scavi archeologici, e testimonia le relazioni esistenti tra gli Iapigi, i Messapi ed i Greci nel V secolo a.C., non sempre approfondite dalla predominante tradizione letteraria greco-romana.

Dall'analisi epigrafica e dall'aspetto alfabetico dei toponimi trascritti sull'ostrakon, si è stabilito come l'abbreviazione del toponimo "Graxa" non sia in alfabeto greco, ma in un alfabeto greco arcaico del tipo in uso a Taranto. Dietro questa scoperta quindi, si nasconde la data di quella che fu certamente la prima parlata tarantina con tutte le sue peculiarità linguistiche, cioè quelle di tipo lessicale, morfologico, fonetico e di intonazione. La mappa dimostra anche come gli antichi Greci fossero interessati alla rappresentazione di aree realmente esistenti prima ancora dei Romani, e quindi la scoperta ripropone agli storici il problema di riconsiderare gli inizi dell'antica cartografia. Infatti la maggior parte delle mappe classiche esistenti sono romane e sono state datate a dopo la nascita di Cristo.

Da: Gazzetta del Mezzogiorno del 14/11/2005

Archeologia – Un reperto raro a Taranto Dal 16 novembre in mostra un piccolo frammento di un vaso greco verniciato di nero con la raffigurazione, del “Capo Iapigio”, ossia il Salento meridionale BARI - Un piccolo frammento di un vaso greco verniciato di nero con l’«incredibile» raffigurazione, graffita su uno dei lati, del “Capo Iapigio” cosi come lo definivano gli antichi, corrispondente all’attuale Salento meridionale. Per la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia, si tratta di «una delle scoperte più importanti che siano avvenute in Italia meridionale», anzi: una «scoperta così imprevista e clamorosa da aver fatto dubitare sulla stessa autenticità del reperto». E dal 16 novembre il frammento sarà in mostra a Taranto.
Il rinvenimento è stato fatto il 21 agosto 2003 durante uno degli scavi compiuti a Soleto da Thierry Van Compernolle, che proprio nella città salentina ha condotto scavi dal 1991 al 2005, prima con una missione della Libera università di Bruxelles, poi con una dell’Università Paul-Valery Montpellier III. Nel frammento del vaso, a prima vista del tutto insignificante - rileva la Soprintendenza archeologica - oltre al graffito del “Capo Iapigio” c’è «l’indicazione in alfabeto greco dei nomi, per lo più in forme abbreviate, di 12 città messapiche accanto a quello della colonia greca di Taras: una rappresentazione cartografica che ormai si definisce comunemente a livello internazionale “Mappa di Soleto”». Le incisioni da oltre due anni - sottolinea la Soprintendenza - attirano in modo intenso «l’attenzione del mondo scientifico internazionale».
D’intesa con lo scopritore, la Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia ha deciso quindi di divulgare «l’eccezionale scoperta» realizzando negli spazi rinnovati al piano terra del Museo nazionale di Taranto una specifica mostra dedicata alla “Mappa di Soleto”. Nella mostra - che sarà inaugurata il 16 novembre prossimo - il frammento ceramico iscritto (Ostrakon) rappresenta il punto di arrivo di un percorso che colloca Soleto nella geografia antica del Salento, e la scoperta della “Mappa” sullo sfondo dei rinvenimenti archeologici avvenuti nella città salentina nel corso degli ultimi 20 anni, illustrando inoltre il reperto nei suoi diversi aspetti, in particolare epigrafici e linguistici.


14/11/2005

STORIA DI SOLETO

Soleto, piccolo comune salentino, a 22 Km  a SE dal capoluogo è uno dei nove paesi dell'aria ellefona che costituiscono la Grecia Salentina. Diverse ipotesi si sono fatte sulle origini di Soleto; lo studioso Mazzocchi reputava che la nascita del paese si dovesse ad una colonia giunta della Magna Grecia; altri (tra cui P. Lama, Marciano, Maselli), sostenevano che fosse stato fondato da Lizio Idomeneo, altri ancora, da alcuni Greci provenienti dalla Candia o dai Messapi. L'antichità e l'importanza di Soleto, è documentata da Plinio il Giovane. Più volte distrutta e ricostruita divenne capoluogo della Contea di Galatina, Cutrofiano, Sternatia, Zollino, Aradeo. Dal 1200 fu  feudo di diverse Signorie: i De Castro, i Tussi, gli Orsini del Balzo, i Castriota Scanderebh, i Sanseverino, i Braida e gli Spinelli. Famosi la chiesa Matrice e il bel campanile detto "La Guglia di Raimondello del Balzo" del 1397.

di Giovanni Greco

La più antica mappa geografica mai rinvenuta (del V secolo a.C.)
LA MAPPA DI SOLETO, ha oltre 2500 anni. La sua scoperta risale al 2003, ma solo ora la notizia è diventata di pubblica, allorchè l'Università ed il suo scopritore, l'archeologo olandese Thierry Van Compernolle hanno svelato l'autenticità del reperto. Si tratta della più antica mappa mai ritrovata nel mondo occidentale e rappresenta la parte terminale della Puglia, la Japigia, da Gallipoli e Otranto sino a Leuca. Nel 473 a.C. gli Japigi sconfiggono duramente i Tarantini...

La Mappa di Soleto

Neolitico   4.000 e i 3.000 anni a.C.
​La Grotta dei Cervi di Porto Badisco a Otranto (Lecce) è il complesso pittorico neolitico più imponente d'Europa. E il Salento, delle civiltà preistoriche, ha perfettamente conservato  dolmen, menhir, specchie, nemanthol, grotte e graffiti di ineguagliabile bellezza.

Paleolitico Superiore - 20.000 anni a.C.
​Il culto della Fertilità

Il Paleolitico Superiore interessa l'area che va dal Gargano al Capo di Leuca, ed è ampiamente rappresento dalla Grotta del Cavallo. La grotta delle Veneri di Parabita (Lecce) è famosa nel mondo per aver custodito due manufatti in osso: due statuette muliebri di 9 e 6 centimetri, denominate “le Veneri”,

La più antica mappa geografica mai rinvenuta (del V secolo a.C.) ​LA MAPPA DI SOLETO, ha oltre 2500 anni. La sua scoperta risale al 2003, ma solo ora la notizia è diventata di pubblica, allorchè l'Università ed il suo scopritore, l'archeologo olandese Thierry Van Compernolle hanno svelato l'autenticità del reperto.

La parola Menhir deriva dal bretone hir (fitta o lunga) e men (pietra lavorata)..
​A sud est di Lecce c’è la loro maggiore concentrazione di monumenti megalitici del Neolitico : dolmen e menhir. Strutture megalitiche di 4.000 anni fa. Sono grandi simboli di aggregazione sociale perché attorno ad esso si evolveva l'esperienza democratica degli uomini del Neolitico. 

"VELISTI PER CASO" su Rete 4
IL MISTERO ED IL FASCINO DEI MEGALITI DEL SALENTO!​

Clicca qui: http://www.velistipercaso.it/velisti-tv/italia-slow-tour-la-stella-di-pertini
Una puntata andata in onda questa mattina 2 aprile 2012 su Rete 4.
La seconda parte di questo documentario di Rete 4 con Velisti per Caso, è tutta dedicato ai megaliti del Salento! Dal minuto 17 e 55 secondi.

La parola Dolmen deriva dal bretone tol o tuol (tavola)  e men (pietra lavorata).​Presenti nel IV-III millennio a.C. nelle regioni europee settentrionali ed occidentali. Il monumento megalitico è costituito da una grande lastra di pietra appoggiato orizzontalmente su pietre infitte verticalmente nel terreno.

... un viaggio da 31.000 a 7.000 anni fa / Marina di Nardò  /  Baia di Uluzzo

In uno dei tratti della costa salentina meno feriti dalla cementificazione selvaggia il mare lambisce un territorio di arcana bellezza, in cui grotte e ripari rappresentano altrettanti scrigni colmi di importanti ed insostituibili tesori archeologici.

​​Il COMPLESSO MEGALITICO di contrada "PLAO", in feudo di Corigliano d'Otranto, e i suoi Dolmen "Caroppo" un sito che ebbi il grande privilegio di poter scoprire da piccolo, con indescrivibile emozione, durante le mie esplorazioni del territorio! Per decenni era del tutto passato inosservato agli occhi degli studiosi, cultori di "cose patrie" e non solo

LA GRANDE BIANCA SPIANATA CALCAREA LUCENTE DEI MEGALITI DI FONDO "PLAO", SULLA COLLINA!

E nessun bel cartello a modo, più opportunamente di legno, indica questo luogo unico, e meraviglioso, la nostra "Stonehenge", né a Corigliano d'Otranto alcuna cartellonistica stradale di informazione turistica indica come raggiungerlo!!!

di Oreste Caroppo

MAGLIE: LA RINASCITA DEL GRANDE DOLMEN CHIANCA DELLA POLICARITA!
Finalmente, nel febbraio 2013, leggi il qui presente articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 2/2/2013,

l'enigmatico suggestivo grande monolite ogivale nell' hinterland di Maglie,
in feudo di Melpignano. Nella terra dei megaliti vi sono rare pietre ciclopiche sfuggite ancora all' occhio clinico dell'analisi archeologica, ma la cui presenza non manca di attrarre, per la loro carica suggestiva, i passanti più sensibili e attenti.

I grandi massi sparsi e la "specchia" con cumuli ordinati di "chianchette" di pietra naturale lastriforme, giustapposte le une sulle altre orizzontalmente, e pietrame più informe al centro. Specchia oggi scomparsa! Così come scomparsa una più grande “specchia”, lì presente di materiale lapideo minuto e più caotica nell’ammontamento.​

Questa struttura trilitica, molto suggestiva si trova lungo un muretto a secco di cinta, in contrada Poggioreale, sempre in feudo di Corigliano d'Otranto e sulla medesima Serra dove è contrada Plao. Ma mentre contrada Plao guarda dalla "serra" verso Oriente, Poggioreale è invece sul versante occidentale della Serra, la dorsale collinare tra Maglie e Corigliano.

LA GRANDE "TAULA DE PETRA DE SANTU SIDERU"
La enigmatica struttura scomparsa-trafugata in contrada San Sidero a Maglie, nel cuore del basso Salento.

Era una grande struttura dalle caratteristiche dolmeniche, anche indicata talvolta come lo "pseudo-dolmen di San Sidero". I contadini ne parlano e la ricordano come se fosse un dolmen, al pari degli altri dolmen presenti nella zona.

COME OGGI: Il Grande Dolmen Li Scusi nel magico giorno del Solstizio d' Estate, il 21 giugno, ogni anno, il Sole con un suo fascio luminoso penetra dal foro subcircolare posto al centro della grande lastra superiore orizzontale monolitica e proietta un irregolare cerchio di luce proprio al centro del grande lastrone posto in verticale sul retro della interna cella dolmenica, esattamente davanti all' ingresso del Dolmen!

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a cura del dott. Giovanni Greco

Segue una tesi di laurea (estratto) sui processi industriali della città di Lecce dal 1800 al 1900: l'illuminazione cittadina a carbone, a petrolio, a gas di petrolio (1873) ed elettrica; la tramvia elettrica di Lecce (1898-1933).​

"Pittura realizzata per il museo civico

Decio De Lorentiis di Maglie"

"Pittura realizzata per il museo civico

Decio De Lorentiis di Maglie"

di Giovanni Greco

 

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a cura di Giovanni Greco

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