Bonaventura Mazzarella
La storia di quasi mille anni
Dal 1130 fino al 1861 il Meridione della penisola italica è stato governato da diverse dinastie (Normanni, Svevi, Aragonesi, Angioini, Borbone...). Tutte queste dinastie preservarono l'unità
del Regno con Napoli e/o Palermo capitali.
(Gallipoli, 6 febbraio 1818 – Genova, 6 marzo 1882)
Fu il Bonaventura a redigere il comunicato ufficiale della cacciata dei Borbone dalla città di Lecce.
E' stato un magistrato, filosofo, pastore protestante, nonché politico italiano.
Laureatosi all'Università di Napoli in giurisprudenza nel 1840, frequentò lezioni di filosofia di Galluppi.Fu giudice in Gagliano del Capo e Novoli (Lecce).
In quest'ultima sede si è sposato nel 1848 con Chiara Tarantini (i due non hanno avuto figli) e, aprendosi al repubblicanesimo mazziniano, ha costituito un ramo della Giovine Italia. Nel solco delle vicende del '48, dimessosi dall'ufficio, ha tentato di dar luogo ad un'insurrezione: tuttavia, il fallimento del tentativo, il contestuale ripristino dell'ordine borbonico e il conseguente mandato di cattura, che sarebbe sfociato in due processi in contumacia con sua condanna alla pena di morte per il reato di cospirazione, lo hanno costretto ad un esilio volontario. In tal senso, fino al marzo 1852, data del suo arrivo a Ginevra, Mazzarella peregrinò, nell'ordine, da Ancona a Roma (dove, collaborando con i rivoluzionari, ha assistito alla proclamazione della Repubblica Romana), da Corfù a Atene e da Genova a Torino.
Nel capoluogo piemontese si è accostato al movimento valdese, approfondendo il Risveglio e, infine, convertendosi all'evangelismo ed aderendo alla Chiesa valdese, la cui opera pastorale, ha assolto in Svizzera, in particolare presso la comunità di esuli italiani a Ginevra, in collaborazione con Luigi Desanctis, e, dalla fine del 1852, a Genova, collaborando con il pastore Paolo Geymonat.
In quel periodo, la positiva opera svolta nel capoluogo ligure, con una crescente adesione di fedeli, che ha per altro determinato l'ostilità degli ambienti cattolici, si è tuttavia tradotta nello scisma operato dagli evangelici italiani nei riguardi della Chiesa valdese. Lo stesso Mazzarella, determinando di uscire da quest'ultima, ha, dall'estate del 1854, rivolto le proprie attenzioni alla fondazione della Società evangelica italiana. Questa nuova attività di predicazione gli è valsa, tra la primavera e l'estate del 1857, un'aggressione e una condanna per lesa religione dello Stato. Egli, tuttavia, ha proseguito l'opera di evangelizzazione, recandosi a Londra (1859) e l'anno seguente a Firenze.
Nel giugno 1860, a seguito dell'amnistia concessa da Francesco II di Borbone, Mazzarella ha potuto rientrare a Novoli, dove venne colto da epilessia. In quello stesso anno, però, la coeva pubblicazione della sua più importante opera a carattere filosofico e già di stampo neokantiano, La critica della scienza, gli ha procurato particolare notorietà anche all'estero, tanto che Terenzio Mamiani, all'epoca ministro della Pubblica Istruzione, gli ha offerto la cattedra di pedagogia presso il prestigioso ateneo di Bologna [Tale decisione ha sollevato la reazione del clero, ostile a che un esponente del movimento evangelico reggesse una cattedra universitaria. Mazzarella ha trovato un inaspettato alleato in Giosuè Carducci, che lo difese in un articolo pubblicato su «La Nazione» del 22 dicembre 1860]. Trasferitosi poco dopo, per ragioni di salute, a Genova, è stato titolare della cattedra di storia della filosofia nella relativa Università.
Ripetutamente eletto in Parlamento, a partire dalla prima legislatura del Regno d'Italia, e tra le file dell'estrema Sinistra, la sua attività si è caratterizzata per la dedizione alla risoluzione di problemi afferenti la questione meridionale. Benedetto Croce ha segnalato come Mazzarella fosse considerato, assieme a Enrico Caporali e Pietro Taglialatela, fra le «menti più forti del movimento protestante in Italia» [B. Croce, Pescasseroli, Laterza, Bari 1922, p. 55, n. 2.].
Per la sua dottrina e conoscenza della filosofia, fu soprannominato dal pedagogista Pietro Siciliani il "Kant italiano", uno dei più grandi filosofi che l'Italia abbia mai avuto.
cfr: http://it.wikipedia.org/wiki/Bonaventura_Mazzarella
Fu amico fraterno di Epaminonda Valentino, Emanuele Barba, Antonietta De Pace e di gran parte della nobiltà e della classe borghese di ideali repubblicani e mazziniani, dei quali sarà fervente sostenitore.
dal sito :
La Massoneria nelle Chiese Protestanti
cfr : http://gianlucacolucci.org/tag/bonaventura-mazzarella/
Bonaventura Mazzarella (1818-1882).
In seguito all’incontro con il pastore Giovanni Pietro Meille, da lui incontrato e frequentato a Torino nel 1850, conobbe la teologia protestante del Risveglio e si convertì; e nel 1851 entrò a far parte della comunità valdese. Nel marzo 1852 si recò a Ginevra accogliendo l’invito del Comité d’évangélisation italien-suisse, che sosteneva l’opera di evangelizzazione in Italia e da cui dipendeva, come pastore della congregazione italiana, anche Luigi Desanctis. A Ginevra il Mazzarella lavorò a stretto contatto con Desanctis nella piccola comunità italiana composta per lo più di esuli e qui iniziò la sua attività di predicatore, ma già il 1° dicembre 1852 fece rientro in Italia chiamato dal pastore Paolo Geymonat a collaborare alla missione nella città di Genova. Nel 1854 decise di lasciare la Chiesa valdese, e aderì come semplice predicatore ad una Società Evangelica che intanto era sorta a Genova. Poco dopo, assieme ad altri, diede vita alla Chiesa Italiana Indipendente. Nel 1865 nacque la Chiesa Cristiana Libera, e la Comunità Libera di Genova dove c’era Mazzarella vi aderirà solo nel 1879. Fu anche deputato del Parlamento Italiano dal 1865 al 1882. Secondo Augusto Comba, il Mazzarella fu iniziato alla Massoneria dal Supremo Consiglio scozzese. Quando morì la sua bara fu decorata da tutti gli emblemi massonici. Domenico Maselli, che è stato presidente della FCEI dal 2006 al 2009, lo definisce ‘un personaggio molto importante, per il mondo evangelico italiano, ma anche per la massoneria in Italia’ (cfr. Augusto Comba, Valdesi e Massoneria, pag. 42, 43, 69, 168-171. Cfr. Marco Novarino, L’Italia delle minoranze, pag. 61), ed anche ‘il modello di un parlamentare veramente evangelico’ (in Dora Bognandi & Mario Cignoni, Scelte di fede e di libertà: profili di evangelici nell’Italia unita, pag. 43).
di Giovanni Greco
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a cura del dott. Giovanni Greco
Segue una tesi di laurea (estratto) sui processi industriali della città di Lecce dal 1800 al 1900: l'illuminazione cittadina a carbone, a petrolio, a gas di petrolio (1873) ed elettrica; la tramvia elettrica di Lecce (1898-1933).
determinò la prima
trattativa stato-camorra della storia
con la commissione d'inchiesta sul brigantaggio aprì le porte alla Legge Pica
ministro della giustizia che unificò le leggi piemontesi a quelle del meridione
fu il tesoriere della spedizione dei Mille di Garibaldi
patriota e fondatore delle logge massoniche nel Salento a Lecce, Taranto e Brindisi
Fu decisiva nell’attività cospirativa antiborbonica
Fu il Bonaventura a redigere il comunicato ufficiale della cacciata dei Borbone dalla città di Lecce. il Mazzarella fu iniziato alla Massoneria dal Supremo Consiglio scozzese. Quando morì la sua bara fu decorata da tutti gli emblemi massonici.
a cura di Giovanni Greco
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