I Messapioi sono un'antica popolazione della Puglia che colonizzò la penisola salentina a partire dal VII sec. a.C. Provenivano dall'Illiria: la costa orientale dell'Adriatico, fra l'attuale Albania, il Montenegro e la Dalmazia meridionale. Avevano iniziato a emigrare sin dal 1000 a.C., colonizzando profondamente il Salento. Fondarono numerosi e importanti centri agricolo-pastorali nell'entroterra quali Rudiae, Cavallino, Ceglie, Vaste. Lungo le coste sorsero altrettanti centri mercantili: Roca Vecchia, Ugento, Otranto. Nel periodo del loro massimo splendore i Messapi hanno impresso agli insediamenti agricolo pastorali della penisola Salentina una profonda evoluzione produttiva e una struttura organizzata del paesaggio agrario, di probabile discendenza ellenica.
A cura del dott. Giovanni Greco
Il carattere 'tarentino' delle espressioni artistiche messapiche è presente ad esempio nell'ipogeo di palazzo Palmieri a Lecce. Nel 338 a.C. i Messapi furono sconfitti da Alessandro d'Epiro e nelle due prime Guerre Sannitiche si allearono con Roma; ma le si ribellarono nella terza finché, dopo la conquista romana dell'ellenica Taranto del 272 a.C., i romani procedettero alla sistematica sottomissione delle popolazioni messapiche. Dopo la presa di Brindisi avvenuta nel 267 a.C., nel 267-266 a.C. la città messapica di Rudiae fu sottomessa a Roma e fu completamente romanizzata tramite la ristrutturazione del territorio, sconvolgendo i secolari rapporti commerciali fra Taranto e i Messapi. Nel 224 Roma dedusse una colonia latina a Brindisi e ancora nel 90 a.C. dopo aver partecipato alla guerra sociale.
Le fonti sono:
"Enciclopedia Zanichelli, ed. La Repubblica, Roma, 1995"
"Il Salento dai Messapi all'Unità d'Italia, Conte ed., Lecce, 1994"
Le principali città sono BRINDISI, RUDIAE, LECCE, CANOSA. Altri centri messapici nel Salento sono: Alezio, Castro, Cavallino, Ceglie Messapico, Gallipoli, Lecce, Manduria, Muro Leccese, Nardò, Oria, Ostuni, Otranto, Porto Cesareo, Patù, Soleto, Ugento, Vaste, Vereto, Vitigliano.
MESSAPI
Durante la guerra del Peloponneso fra Atene e Sparta, i rapporti fra la greca Taranto e i Messapi sono stati continui e dovuti a baratti e scambi di mercanzie: i Messapi fornivano ai Tarantini i prodotti agricoli in cambio di manufatti di lusso.
Da Brindisi a Roca Vecchia (dove nella 'grotta della poesia ' sono state trovate molte iscrizioni messapiche), a Otranto, a Leuca, a Ugento (dove è stata trovata una statua di ZEUS), a Porto Cesareo, ecc, le navi greche si fermavano per fare rifornimento d'acqua e per vendere i prodotti dell'artigianato greco.
SALENTO - Età MESSAPICA
Storia e Preistoria del Salento
Qui di seguito le ere e le popolazioni che hanno vissuto nel territorio salentino e che ne hanno costituito il "genius loci".
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di Giovanni Greco
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ZEUS DI UGENTO
(Museo archeologico nazionale di Taranto)
Lo Zeus di Ugento è una statua bronzea magnogreca (databile al 530 a.C.) rinvenuta a Ugento (Lecce) nel 1961. Attualmente essa è conservata nel Museo archeologico nazionale di Taranto e rappresenta uno dei pezzi più importanti della collezione.
Il ritrovamento:
Lo Zeus di Ugento fu ritrovato per caso nel 1961, in una casa privata. Degli operai scavabdo a pochi metri da sottosuolo incontrarono un blocco di pietra dura, un capitello dorico che chiudeva una buca nella quale era stata occultata la statua. Zeus. Questa era sprovvista di una gamba e della mano destra, ed emanava un forte odore fetido poiché si trovava vicina ad una fossa biologica. Fu una impiegata presso la Soprintendenza Archeologica e presidentessa della Pro Loco di Ugento la signora Sofia Nicolazzo, che identificò inizialmente il dio come Poseidone; quindi ordinò ulteriori scavi nella zona in cui la statua era stata ritrovata e riportò alla luce i pezzi mancanti, grazie ai quali si è potuto dare una corretta identificazione. Nl 1963 il reperto fu inviato a Roma, fu restaurato e nel corso di questi studi emerse che la statua ara stata realizzata a Taranto da artisti locali e con materiali autoctoni; il capitello che aveva protetto la statua si comprese che la statua poggiava su di esso e che in origine essa era collocata in cima a una colonna, molto probabilmente in un luogo pubblico.
Lo Zeus di Ugento fu dunque restituito alla città di Taranto nel 1969 e alla collezione del Museo Archeologico di Taranto; una copia è tuttavia visibile nel Museo Archeologico di Ugento.
Descrizione e stile:
La statua misura 74 cm, poggia su un capitello dorico di uguali dimensioni; rappresenta Zeus nell'attimo in cui scaglia un fulmine con la mano destra. Il dio è completamente nudo ed è riconoscibile da pochi segni iconografici tipici del padre degli dèi: nella mano destra residuali tracce di un fulmine, mentre nella mano sinistra sono presenti le zampe di un'aquila (non più rinvenuta). La barba corta, l'acconciatura e il copricapo di alloro, sono gli ulteriori elementi che fanno ritenere che l'opera sia una raffigurazione del dio Zeus. Gli stessi elementi erano tipici di altre statue sempre di epoca magnogreca che furono realizzate a Taranto in età Messapica ognuna con la stessa iconografia dello Zis Batàs, ossia dello Zeus Saettante della cultura messapica; questo reperto ha una ulteriore pregio giacchè allo stato attuale è l'unico esempio di statua bronzea realizzata con la tecnica della cera persa in area pugliese.
Scoperto a Manduria un biberon Messapico
Dalla forma di un maialino di terracotta caratterizzato da orecchie a punta e occhi e sopracciglia umani decorati con pennellature di bianco, era sia un giocattolo ma anche un biberon.
Risale a 2400 anni fa ed è stato datato tra il IV e V secolo avanti Cristo. L'eccezionale scoperta è avvenuta per caso durante i lavori di interramento della rete fognaria in Manduria nel maggio del 2013.
I neonati succhiavano il latte di questo antichissimo biberon attraverso il muso allungato del maialino; quando poi la poppata era conclusa il biberon diveniva giocattolo; nella sua pancia infatti sono presenti due sonagli di terracotta, che saranno serviti a far addormentare il neonato che scuotendolo avrà giocato con il tintinnio che il maialino produceva. Era ben nascosto in una tomba Messapica a Manduria, e si tratta un oggetto molto raro, un "guttus-tintinnabula".
cfr: http://ilfattostorico.com/2013/12/15/un-biberon-messapico-a-forma-di-maiale/
a cura di Giovanni Greco
I MESSAPI
nel Salento
COMUNI DEL SALENTO
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Alessano,
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Andrano,
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Aradeo,
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Arnesano,
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Botrugno,
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Campi Salentina,
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Carmiano,
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Casarano,
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Castri di Lecce,
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Castrignano de' Greci,
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Castrignano del Capo,
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Cavallino,
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Copertino,
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Corigliano.
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Corsano,
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Cutrofiano,
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Diso,
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Gagliano del Capo,
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Galatina,
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Galatone,
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Giuggianello,
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Lecce,
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Lizzanello,
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Martano,
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Matino,
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Melpignano,
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Miggiano,
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Minervino di Lecce,
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Monteroni di Lecce,
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Muro Leccese,
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Neviano,
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Racale,
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San Cassiano,
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San Donato di Lecce,
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San Pietro in Lama,
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Sannicola,
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