BASILIANI
I secoli successivi all'impero Romano furono caratterizzati dalla diffusione del cattolicesimo. Nella seconda metà del secolo IV d.C i monaci Basiliani si distinguevano per i luoghi di culto scavati nella roccia e poi affrescati: le famose cripte basiliane, mentre i monaci Benedettini (inizi del VI sec.) diffusero i loro monasteri. Verso il secolo VIII d.C. si verificò un massiccio esodo di monaci venuti dall'Oriente che nelle terre salentine trovarono riparo in seguito alla lotta iconoclastica. Frequenti sono le testimonianze nell'alto medioevo, nella provincia di Brindisi e Taranto, di forme di vita monastica ispirate ad ideali ascetici francescani della cultura e della religiosità orientali. I monaci di provenienza greco-orientale (forse giunti dalla vicina Sicilia sotto l'incalzare degli Arabi), si dispersero nelle campagne salentine, vivendo in grotta. Intanto maturano i contrasti tra la Chiesa latina di Roma e quella greca. I monaci benedettini fondano nuovi monasteri, e i monaci basiliani stimolano nuove esperienze religiose di cui resta testimonianza nella vita delle grotte decorate da affreschi in cui trovano rifugio i fedeli. Il monachesimo a quel tempo cercava nella vita ascetica il contatto diretto con Dio. Nella regola di San Basilio la vita cenobita rappresentava la forma di convivenza perfetta. I beni erano in comune e l'ideale era scoprire la misura tra la vita attiva e la vita contemplativa per raggiungere Dio e salvare l'anima. I centri monastici nascevano nelle grotte, le quali divennero luogo di culto e di pellegrinaggio.
L'ordine monastico dei Basiliani proveniva dall'Oriente, ed era una religione che si ispirava alla Regola di vita monastica lasciata da San Basilio (arcivescovo di Cesarea di Cappadocia 329 - 379 d.C., padre della chiesa greca, detto il Grande), la quale oltre alla preghiera ed alla contemplazione, doveva realizzarsi in atti concreti e produttivi, parimenti all'ordine dei Benedettini. L'espressione 'ordine Basiliano' risale all'XI secolo e indica i monaci greci dell'Italia meridionale. Quest'ordine monastico contribuì al miglioramento ed alla diffusione dell'ulivo, della vite, della vallonea (ghianda castagna da cui ottenere farina) e della trimina (un cereale). Ancora oggi ammiriamo gli stupendi esemplari di ulivi secolari della zona di Cerrate, Giampaolo e Monicelli, piantati nel IX - X secolo dai monaci Basiliani.
A cura del dott. Giovanni Greco
di Giovanni Greco
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Storia del Salento
Sin dal VI sec. d.C., durante la conquista dell'Italia di Giustiniano, imperatore Romano d'Oriente, in terra d'Otranto e in Sicilia si propagò la presenza bizantina (553-847 e 875-1071 d.C.). Per riunire l’Impero Romano sotto il dominio di Costantinopoli, la penisola italiana dovette affrontare l’insediamento dei Longobardi. Nonostante la cultura salentina latina rifiutasse usi e costumi greci
I secoli successivi all'impero Romano furono caratterizzati dalla diffusione del cattolicesimo. Nella seconda metà del secolo IV d.C i monaci Basiliani si distinguevano per i luoghi di culto scavati nella roccia e poi affrescati: le famose cripte basiliane, mentre i monaci Benedettini (inizi del VI sec.) diffusero i loro monasteri.
Nel X sec. sono state numerose le invasioni dei Saraceni lungo le coste Francesi, Africane, fino alla Penisola Italiana e Pugliese. Le loro incursioni erano indubbiamente temute dalle popolazioni dell'area del Mediterraneo. Nel IX sec. nell'anno 838 d.C. i Saraceni di fede mussulmana, provenienti dall'Africa settentrionale sbarcarono in Puglia per proseguire la loro avanzata in Sicilia
Nella lotta fra l'impero d'Oriente e d'Occidente, attorno alla seconda metà del Mille, si inserì l'elemento normanno, il quale sconfisse i Bizantini. Molte città pugliesi accolsero i conti normanni come liberatori. I Normanni divennero detentori del potere politico, economico e culturale, finendo per assimilare gli usi e i costumi degli elementi locali pugliesi che avevano a loro volta assimilato la civiltà bizantina.
Ai Normanni nel 1194 seguì, fino al 1266, la dominazione degli Svevi. Nel 1197 trionfa Enrico VI di Svevia, figlio del Barbarossa e padre di Federico II (il puer Apuliae), prima dei secoli ”bui” Angioini e Aragonesi. Gli Svevi erano un insieme di tribu' germaniche.
Il dominio angioino durò circa 180 anni, dal 1268 al 1442Nel 1266 giunsero nell'Italia meridionale gli Angioini di Carlo I d'Angiò. In particolare, terminata la dinastia Sveva, fu eletto papa Urbano IV (già Patriarca di Gerusalemme) che era contrario agli Svevi e acerrimo nemico di Manfredi di Sicilia. Per rafforzare la distanza dagli Svevi papa Urbano IV creò senatore di Roma, cioè governatore della città, Carlo I d'Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX. Carlo d'Angiò fece abrogare tutte le leggi di Federico II di Svevia contrarie alla Chiesa
Orsini del Balzo, una delle Sette grandi Casate del Regno di Napoli, Sicilia e Provenza
La Casata francese dei Signori di Balz in Provenza ha origini francesi ed è una casata discendente da Guglielmo Re di Arles e Principe di Orange (1059-1110 c.a.). Alcuni autori con intenti agiografici ,la fanno discendere da Baldassare, uno dei Re Magi.
Giorgio Castriota, detto Scanderbeg (6 maggio 1405 – Alessio, 17 gennaio1468), è stato un condottiero e patriota albanese. Tra le figure europee più rappresentative del XV secolo, liberò il proprio paese dalla dominazione turca.
Rapito e preso in ostaggio a 3 anni insieme ai tre fratelli maggiori dei quali due furono uccisi e il terzo messo in convento dal sultano Murat II, fu l’unico ad avere risparmiata la vita. Avviato alla carriera militare presto si distinse non solo per il suo valore strategico ma anche per intelligenza e cultura.
Salice Salentino Lecce, Basilica con Colonna protoGotica del 1300 ca
a cura di Giovanni Greco
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